"FRANCESCO FRANCIA" ASSOCIAZIONE PER LE ARTI
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1894 - Il banchetto d'inaugurazione.

S T O R I A

L’ASSOCIAZIONE  “FRANCESCO FRANCIA”,
UN’AVVENTURA NEL NOVECENTO ITALIANO

(a cura di Matteo Mattei).

Come appare pubblicato nella prima circolare della costituenda associazione, nel marzo 1893: “la Società prenderà nome da quel luminare dell’Arte bolognese che fu Francesco Raibolini detto il Francia, a  riverente ricordo del passato ed a propizio augurio per l’avvenire(…)”.
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Fondata il 21 gennaio 1894,  ebbe per primo Presidente (1894-1905) il  conte Francesco Cavazza, erudito e filantropo bolognese; né fu mai un’associazione di soli artisti: anzi, aprì le sue porte – e le apre tuttora – a ogni amante dell’arte.
Il ritmo delle attività dei primi tempi rimase scandito dalle frequenti mostre organizzate dall’Associazione, una ogni anno, a Primavera, dal 1895 al 1922. Vi presero parte i nomi più in vista del panorama artistico emiliano - romagnolo ed italiano, da Luigi e Flavio Bertelli a Coriolano Vighi, da Tullo Golfarelli a Diego Sarti, dall’Ugonia al Magnavacca, da Adolfo De Carolis ad Augusto Sezanne;  le opere di costoro furono espressione, in ultima analisi, di un ambiente culturale in cui i fermenti artistici lievitavano.   I pittori, e gli scultori, bolognesi, a quel tempo numericamente ancora scarsi, per poter far conoscere le loro produzioni grazie alla Francesco Francia non dovettero più dipendere dalle varie esposizioni artistiche che si allestivano nelle restanti capitali culturali della Nazione: Torino, Venezia, Firenze, Roma e Napoli.
L’Associazione si strutturò, a livello organizzativo, in forme così ottimali che, ai primi del Novecento, il Comune le affidò i ben noti Premi “Baruzzi” e “Curlandese”, istituiti – come si sa – alcuni decenni prima; fu, questa, una felice decisione poiché l’eco delle due manifestazioni si trasformò in qualcosa veramente a carattere internazionale; si trattò, in definitiva, di autentici eventi mondani, molto attesi entrambi dalla Bologna “bene” e che si svolsero prevalentemente presso il salone del Palazzo del Podestà, mentre solo in rare altre occasioni in luoghi diversi da questo, seppur altrettanto prestigiosi (nel 1897, 1915,1916 e 1918 a Palazzo Bentivoglio; nel 1910 nel Palazzo delle Poste; nel 1912 presso la sede dell’Accademia di Belle Arti; nel 1920 e 1922 a Palazzo Caprara-Montpensier; nel 1921 a Palazzo Pepoli Vecchio); ogni volta registrando una notevolissima affluenza di pubblico.
Pochi conoscono il fatto per cui il bando di Concorso per la decorazione del Salone del Podestà venne indetto – anno di grazia 1907 – proprio dalla “Francesco Francia”;  il vincitore risultò essere De Carolis. Il sodalizio si trovava allora sotto la presidenza dell’avvocato Giuseppe Bacchelli (1905-1914).
Passarono gli anni e anche la presidenza Bacchelli venne archiviata. Le subentrò un lungo trentennio, dominato dalla figura di Giuseppe Lipparini (1877-1951), una fase definita dagli studiosi – forse troppo affrettatamente – di “stasi”, e in realtà ancora tutta da riscoprire e studiare; basti solo dire che, tra la seconda metà degli anni Venti e gli anni Quaranta del XX secolo tennero la Segreteria della “Francesco Francia” dapprima Nino Bertocchi e poi Rezio Buscaroli, entrambi  artisti la cui personalità  si mise in luce anche per essere eminenti studiosi e critici d’arte.
Ad ogni modo, solo nel secondo dopoguerra  le iniziative culturali della “Francesco Francia” poterono  ripartire con rinnovato vigore. La nuova situazione di ritrovate energie, infatti, permise al nuovo responsabile diretto dell’Associazione – il Segretario Mariano Mazzocco (1947-1977) – di dar vita ad una serie di iniziative a dir poco decisive: per lo più mostre ; ma va qui almeno ricordato anche  il Premio artistico intitolato a Mario Pozzati, istituito proprio dalla “Francesco Francia” ad un anno dalla scomparsa dell’artista, e che dal 1948 per alcune edizioni si svolse con grande richiamo e  nell’interesse generale.
Curata con le consuete passione e competenza dal pittore-critico Bertocchi, nel 1946 la “Francesco Francia” allestì la prima mostra postuma dedicata a Luigi Bertelli, rassegna che decretò de facto la piena e definitiva consacrazione dell’antico maestro bolognese (era scomparso nel 1916), da quel momento riconosciuto come il principale ispiratore di gran parte della pittura emiliana del secolo a lui successivo.
Un anno particolarmente fervido di iniziative fu il già ricordato 1948, per la grande mostra bolognese e milanese dedicata a Carlo Carrà nonché per quella celebrativa del Crespi.
La collaborazione con la Soprintendenza, a partire dalla mostra con cui esordirono gli anni Cinquanta – la “Pittura Bolognese del Trecento”, rassegna cui si legano i nomi immortali di due Soci Onorari (Roberto Longhi e Francesco Arcangeli) – rappresentò invece per la “Francesco Francia” l’aprirsi di un fortunatissimo quindicennio, autentica era di gloria per la Segreteria Mazzocco:  basti  solo qui  ricordare la prima mostra postuma dedicata a Protti (cui ne seguirà una seconda ventuno anni dopo, nel 1971); la “Rassegna di pittura italiana contemporanea” (1951), ma soprattutto le quattro Biennali d’Arte Antica, di cui il Segretario Mazzocco seguì tutta la parte tecnico-organizzativa e che, ormai quasi leggendarie, erano destinate (anche grazie all’apporto della “Francesco Francia”) ad attribuire grande fama al nome di Bologna nel panorama internazionale e nel contesto culturale dei conoscitori e critici d’arte, studiosi quali (solo per citare il principale tra i grandi amici della “Francesco Francia”)  Sir Denis Mahon:  “Guido Reni” (1954),  “I Carracci” (1956), “L’Ideale Classico” (1962), “Guercino” (1968).    
In parallelo, l’attivismo di Mariano Mazzocco – a quel punto responsabile organizzativo anche del neo costituito Ente Bolognese Manifestazioni Artistiche (E.B.M.A.) – si espresse nell’allestimento e nella presentazione di altre corpose rassegne: la “Scultura Italiana nel XX Secolo” (1957), i “Disegni Veneti in Polonia” (1960); la monografia dedicata a “Giovanni Romagnoli” (1961), le Incisioni del “Piranesi” (1963) iniziativa quest’ultima  il cui prestigio indiscutibile  fu riconosciuto anche all’estero. 
Altro anno assai intenso  fu il 1966: la monografica di “Carlo Corsi”; la mostra sulla “Scultura bolognese del Settecento” (che precorse di tredici anni quella curata dal Riccomini);  infine ma non da ultima la antologica dedicata a “Giovanni Chiarini”.
L’azione della “Francesco Francia” non si esaurì tuttavia nell’organizzare mostre,sia pur di altissimo pregio e livello:  il sodalizio, a partire dalla seconda metà degli anni Sessanta, recuperò infatti una antica ma sempre fruttuosa serie di collaborazioni con le scuole d’istruzione artistica, ma  estendendola a livello  internazionale (in particolare col Giappone, nazione che per tanti motivi destava allora più di un interesse); inoltre, a partire dai primi anni Settanta, in concomitanza con le mostre allestite al Museo Civico, l’Associazione predispose la pubblicazione di vasti cataloghi – la serie degli  “Incisori” – il cui contenuto era relativo alle raccolte conservate presso la Pinacoteca Nazionale di Bologna (Gabinetto delle Stampe) e che tuttavia , fino a quel momento, nessuno (specialmente per mancanza di personale specializzato) aveva ancora provveduto a censire regolarmente con una sì ampia e ragionata opera di catalogazione; fu dunque l’Associazione a patrocinare l’impresa, conclusasi dopo sette volumi nel 1993.  La “Francesco Francia”  stabilì allora lo  stanziamento annuo di risorse finanziarie per  la inventariazione sistematica delle 35 mila stampe antiche bolognesi, raccolta che costituisce tuttora  la terza per importanza in Italia e con opere risalenti ai primordi dell’acquaforte.  L’iniziativa ebbe per felice conseguenza il costituirsi in Bologna di un nuovo ruolo, quello di Direttore del Gabinetto delle Stampe, carica che fu inizialmente affidata a due fedelissime della “Francesco Francia”: Giovanna Gaeta Bertelà e poi Rosa D’Amico.
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Altro periodo notevole per iniziative fu quello compreso tra il 1969 e il 1971, ove spicca la mostra che portò alla riscoperta di “Niccolò dell’Abate”, condotta in collaborazione con i più prestigiosi nomi della critica d’arte di Francia.
Assolutamente memorabile fu tuttavia, nel 1973, la mostra dedicata a “Silvestro Lega”, decisamente la più vasta retrospettiva fino ad allora mai tentata sopra un filone di studi fino ad allora trascurato dalla critica – i Macchiaioli – e che oggi è invece quasi ovvio collegare alla migliore produzione artistica nazionale: si può perciò senza dubbio affermare che, principalmente in questo caso, l’azione pionieristica dell’Associazione  rappresentò  qualcosa di notevole.  Coeve a tale sforzo organizzativo e culturale furono inoltre le retrospettive dedicate a “Corazza” (1975) e a “Paolo Manaresi” (1978) e le rassegne dei “Disegni di Artisti Italiani dal XVI al XIX secolo”(1976 e 1977).
Si trattava però, nello stesso tempo, anche degli  ultimi splendori da parte del sodalizio: abituata infatti da decenni a incarnare la funzione di  contribuire a tracciare, a vantaggio di Bologna, un valido sentiero nel settore delle Arti ( tale da rendere idealmente l’epoca contemporanea erede di quei secoli, dal Cinquecento al Settecento, che proprio nelle Belle Arti avevano visto la città  primeggiare in Europa), la “Francesco Francia”  dopo il Settantasette, e non per caso  in coincidenza con l’ uscita di scena del proprio storico Segretario Mariano Mazzocco  (1978),  si ritrovò  in una situazione dove il  panorama artistico era ormai profondamente mutato tanto a livello locale che nazionale e internazionale.

Tale condizione, tradottasi in un parziale ripiegamento rispetto ai trascorsi , si prolungò per circa due decenni, e tuttavia non era destinata a restare definitiva poiché – proprio come l’araba fenice –l’Associazione era destinata a riemergere  così,  grazie ad una nuova dirigenza, dal secondo decennio del presente secolo, da esser messa in condizione di ricostituire in parte i perduti contatti istituzionali e culturali, specie  con le nuove  generazioni di Artisti e di studenti.   Per ciò si può oggi affermare che per questo antico e glorioso sodalizio (come lo ha definito Antonio Paolucci) – rinnovato certo nella forma, non già nella più valida sua sostanza – esistano fin d’ora tutte le condizioni per affrontare le nuove immancabili sfide future, sempre nel solco di quella innovazione ben riuscita che si chiama tradizione. 

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Foto
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SOCI  NELL’ANNO DI FONDAZIONE
 

Francesco ALBINI
Tito AZZOLINI
Francesco BALDI
Leonardo BANZI
Giuseppe BARBANTI
Enrico BARBERI
Silvio BATTISTINI
Paolo BEDINI
Ugo BERNAROLI
Flavio BERTELLI
Piero BIANCONCINI PERSIANI
Filippo BRUNETTI
Alessandro BUONGIORGI
Vittorio CALEGARI
Gustavo CALLETTI
Giulio CALZOLARI
Giannina CAPRARA
Cleto CAPRI
Leonida CARPI
Eugenio CASALI
Achille CASANOVA
Luigi CAVALIERI
Felice CAVAZZA
Francesco CAVAZZA
COLLEGIO VENTUROLI
Ettore DALL’OLIO
Riccardo DALL’OLIO
Alberto DALLOLIO
Egle DOLARA ADAMI
Luigi DONINI
Bice FACCIOLI
Raffaele  FACCIOLI
Raffaele  FACCIOLI
Alessandro FAVA GHISILIERI
Vittorio FIORI
Pietro FOSSI
Arrigo FRANCHI
Francesco FRIGIERI
Giuseppe GALLOTTI
Zelmira GALVANI MURATORI
Giuseppe GARANI
Celso GARDENGHI
Angelo GATTI
Ugo GHEDUZZI
Luigi GIBELLI
Tullo GOLFARELLI
Silvio GORDINI
Ugo GREGORINI BINGHAM
Anacleto GUADAGNINI
Procolo ISOLANI
Leonardo KLUFTINGER
Carlo LEGNANI
Carlo Antonio LOLLI
Pietro MACCAGNANI
Pellegrino MAGISTRINI SPINELLI
Aldo MAIANI
Augusto MAJANI
Nerio MALVEZZI
Girolamo MALVEZZI CAMPEGGI
Giuseppe MARCHELLO
Riccardo MARCHESINI
Raffaele MARCHI
Antonio MARESCALCHI
Annibale MARSIGLI
Luigi MASETTI
Giovanni MASOTTI
Mario MATTEI-VENTUROLI
Enea MAZZOTTI
Pompeo MELLONI
Adolfo MERLANI
Augusto MILANI
Alberto MONTANARI
Francesco MONTANARI
Attilio MUGGIA
Alfonso MURATORI
Antonio d’ORLEANS-MONTPENSIER
Arturo ORSONI
Emma PADOVANI GALLOTTI BENELLI
Enrico PANZACCHI
Lodovico PAOLUCCI
Carlo PARMEGGIANI
Pietro PASOLINI ZANELLI
Alberto PASQUINELLI
Enrico PINI
Romeo PINZINI
Carlo Alberto PIZZARDI
Antonio POGGI
Pietro POPPI
Pasquale RIZZOLI
Filippo ROFFI
Giuseppe ROMAGNOLI
Alfonso RUBBIANI
Pietro RUSCONI
Ettore SABBIONI
Agostino SALINA
Giovanni SALINA AMORINI
Luigi SAMOGGIA
Cesare SANGUINETTI
Diego SARTI
Alfonso SAVINI
Alfredo SAVINI
Giulio SCARAMELLI
Bartolomeo SEGANTI
Carlo SOCINI
Maria SPADA
Teresa SPADA
Francesco STAGNI
Teresa STAGNI
SUCCESSORI BARONI
Pietro SUPPINI
Alfredo TARTARINI
Bianca TERMESANI
Giuseppe TIVOLI
Argia TROMBETTI
Amalia VENTURINI
Aristide VENTURINI
Pietro VERONESI
Coriolano VIGHI
Giulio VITA
Marianna ZAMBECCARI
Amilcare ZAMORANI
SOCI ONORARI

tra gli altri,
nella storia dell'Associazione


Francesco ARCANGELI
Riccardo BACCHELLI
Alfredo BARBACCI
Felice BATTAGLIA
Germain BAZIN
Bernard BERENSON
Marisa BIOLCHINI BATTIGELLI
Stefano BOTTARI
Giuseppe DE LOGU
Luigi EINAUDI
Giovanni ELKAN
​
Andrea EMILIANI
Guido FANTI
Gherardo FORNI
Cesare GNUDI
Guido GONELLA
Otto KURZ
Roberto LONGHI
Denis MAHON
Guido A. MANSUELLI
Mariano MAZZOCCO
Giorgio MORANDI
Rodolfo PALLUCCHINI
Attilio PODESTA'
Carlo Lodovico RAGGHIANTI
Fernando A. de SOTOMAYOR
Pietro TOESCA
Lionello VENTURI
Giovanni SPADOLINI
Hermann VOSS
Renato ZANGHERI

​
attuali

Daniele BENATI
Jadranka BENTINI
Rolando DONDARINI
Marzia FAIETTI MENOZZI
Louis GODART
Anna Maria MATTEUCCI
Antonio PAOLUCCI
Renzo PREDI
Daniele RAVAGLIA
Fabio ROVERSI MONACO
Giuseppe SASSATELLI
Leone SIBANI
Vitaliano TIBERIA
Gian Battista VAI
Angelo VARNI
DALLA MOSTRA DEL 120° - ANNO 2014
MOTIVAZIONE PATROCINIO SOVRINTENDENZA
Foto

FRANCESCO FRANCIA
Associazione per le arti

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